venerdì 23 marzo 2012

Un nuovo stop da Alparone...


Girando per blog, nella pausa pranzo di ieri, mentre alcune macchine in automatico raccoglievano i dati per la mia tesi, ho letto questo articolo sul blog dei lavoratori Lares e sono rimasto alquanto sconcertato dal vedere come l'amministrazione padernese, che dovrebbe comunque garantire una sana politica del lavoro a favore dei propri cittadini, non sia invece in grado di gestire la situazione, impaurita a mio avviso dalla burocrazia. 


In questo articolo (e nel docuemento laterale che pubblico) si fa riferimento ad una richiesta indirizzata direttamente al sindaco Alparone per avere a disposizione per un anno uno degli spazi comunali sfitti per poter creare così la sede della nuova cooperativa "Lares 2012". 


Vi lascio quindi alle parole dei lavoratori Lares stessi: 

I lavoratori incassano l'ennesimo "no" dall'amministrazione comunale

Alla richiesta dei lavoratori, fatta direttamente al sindaco, di mettere a disposizione un locale da adibire per un anno alla sede della cooperativa in via di costituzione, ha fatto seguito la comunicazione dell’Ufficio Patrimonio del Comune di Paderno Dugnano (di cui pubblichiamo il contenuto) che ci notifica, in pratica, la non disponibilità di “beni” liberi da destinare all’attività dei lavoratori. Segue poi la lista delle regole che disciplinano l’assegnamento di  qualsivoglia bene patrimoniale del Comune. Insomma, è l’ennesimo “no” da parte dell’Amministrazione Comunale, che si va a sommare a tutti quelli che abbiamo collezionato fino ad ora. Una lunga serie di risposte negative che cominciano a diventare davvero troppo frequenti  per non cedere all'impressione di trovarsi fronte ad una totale mancanza di attenzione e sensibilità ai problemi dei lavoratori. Scontata è anche la modalità con cui vengono notificati i rifiuti : nonostante le richieste vengano indirizzate direttamente al sindaco, le comunicazioni contenenti il puntuale diniego, sono sempre a nome di questo o quell’altro ufficio comunale. Ci duole ricordare che l’unico momento in cui il primo cittadino abbia  agito in prima persona nei nostri riguardi, è stato quando ha unito la sua volontà a quella della curatela fallimentare nell' autorizzare lo sgombero del presidio. Ad oggi, tutto quello che i lavoratori in difficoltà  (non solo quelli della Lares) hanno ricevuto da questa amministrazione,  si è tradotto solo in un non richiesto “supporto psicologico”, estensione della famosa pacca sulla spalla  poi evolutasi in un terapeutico buffetto sulla guancia.
Ci preme dire all’amministrazione comunale che anche noi riteniamo che le regole siano necessarie e  importanti e che debbano venire rispettate, ma crediamo anche, che in tempi di grande necessità, con scelte coraggiose e senza nuocere a nessuno, alle regole è ammesso fare qualche strappo, soprattutto se il fine ultimo è quello, come in questo caso, di tentare di cambiare la prospettiva, inaccettabile, di una vita senza futuro e senza dignità di tante famiglie. Posto, naturalmente, che ve ne sia la volontà... Altrimenti  la burocrazia può certamente fornire  un ottimo alibi all' inerzia e un nascondiglio sicuro dietro cui mettersi al riparo da ogni accusa.

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