martedì 13 marzo 2012

Riportiamo a casa i nostri marò

Quando ho aderito alla campagna nazionale per chiedere a Monti di fare il possibile e l'impossibile per riportare a casa i nostri due militari incarcerati ingiustamente in India, ho postato il tutto pubblicamente su fb. Da qui, è scaturito un approfondimento nel pensiero teorico del loro compito molto costruttivo. Ringrazio quindi il trio che ha contribuito all'evolversi del pensiero... riportando alcune osservazioni giustamente mosse senza che nessuno di noi sia un grande avvocato di diritto internazionale ma semplicemente sulla base delle notizie stampa arrivate nei giorni passati.

I nostri due soldati, con l'incarico di prevenire abbordaggi alla nave sulla quale lavoravano, sono al centro di una delicata inchiesta internazionale. L'accusa è di aver ucciso dei pescatori indiani in acque internazionali confondendoli con pirati. Attirati in India e fatti scendere dalla nave con l'inganno, questi sono ora prigionieri di una nazione che vive una pesante lotta elettorale della regione del Kerala e che sfrutta questo fatto per dimostrare agli elettori la fermezza del governo uscente quando si tratta di difendere i pescatori che sono ormai da troppo tempo vittime delle tensioni con gli stati vicini. 

A pochi, probabilmente, interessa realmente la vera responsabilità della vicenda. 

Il nostro governo e l'Unione Europea, devono riportarli a casa senza "se" e senza "ma". Siano essi colpevoli o innocenti, in quanto uomini al servizio di una nazione, uomini ingaggiati ed armati da tutti noi al servizio di uno stato sovrano, il nostro. Da fonti ufficiali si apprende che i nostri due marò hanno agito da protocollo, avvertendo via radio la nave in avvicinamento e poi sparando dei colpi di avvertimento in mare, senza ottenere nessuna risposta. Inoltre, in quel frangente di mare, la nostra petroliera non era l'unica. 

L'esame balistico probabilmente sarà la prova del nove ma intorno a questa prova è già accesa la polemica sulla presenza o meno dei nostri tecnici a supportare l'operato di quelli indiani.

Intanto mi unisco all'appello che vuole Massimiliano Latorre e Salvatore Girone nuovamente a casa.

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