lunedì 16 gennaio 2012

Livia

L'altro giorno ho ricevuto una busta dell'Agenzia delle Entrate. Quando l'ho vista nella cassetta delle lettere stavo per svenire.


Mi sono detto "Ecco, devo pagare qualche multa! mannaggia a me che qualche volta vado a 50 anziché a 30 dove non devo..." e poi, salendo le scale ripensavo a tutti i chilometri fatti, e nella testa sapevo che non poteva essere una multa. Arrivo davanti alla porta. "Oddio, non ho pagato tutte le tasse!! " e mentre giravo la chiave pensavo al commercialista che segue le pratiche e che probabilmente mi avrebbe avvertito se avessi scordato qualcosa". Apro la porta e rincorro il gatto che scappa "Ca**o! stai mica a vedere che devo pagare altre tasse!! Imu, quei 30 e rotti euro per il conto oppure si sono inventati qualcosa di nuovo...ma no... sono appena state approvate delle stangate dal governo e servono almeno un paio di mesi per l'attuazione..." e recuperato il gatto finalmente dentro casa apro la busta e leggo che devo pagare il CANONE RAI!


Dopo essermi ripreso, e dopo aver maledetto chi non scrive sulle buste dell'Agenzia delle Entrate a caratteri cubitali "NON E' UNA MULTA" mi è venuto in mente il Buongiorno di Gramellini di Sabato 14 gennaio, dal titolo "Nonna Rai".


Riporto dal sito de La Stampa:


"La signora Livia ha ottantadue anni e la testa lucida, ma le gambe appannate. Mauro è un giovane alpino di sessantaquattro che le abita accanto e ogni tanto scende a fare le commissioni per tutti e due. L’altro giorno Mauro doveva andare alla Posta e ha chiesto a Livia se aveva bisogno di qualcosa. Lei gli ha messo in mano 112 euro. «Sono per il canone Rai». Mauro le ha spiegato che non era il caso: «Hai più di 75 anni e una pensione sociale senza altri redditi: sei esentata». Livia ha insistito: «Posso permettermelo». «Ma se non arrivi a 500 euro di pensione!». «Tanti stanno peggio di me. I miei soldi serviranno a coprire quelli che non metteranno loro e a migliorare i conti della Rai, che nonostante tutto mi tiene compagnia». Pare faccia lo stesso con certe medicine che paga anche quando non dovrebbe, perché chi è fatto così è così sempre, nella vita.

Non sarei capace di ragionare come Livia. E ho le mie ragioni, sia chiaro. Il canone viene evaso in massa, ci sono regioni dove i pochi che lo pagano vengono considerati marziani. E andare in soccorso dei bilanci della tv pubblica equivale a battersi per salvare l’onore di una anziana meretrice: un’impresa assurda, oltre che disperata. Però non sono le persone come me a tenere in piedi questa baracca chiamata Italia. Sono quelle come Livia. Che non lanciano accuse, non cercano alibi, non fanno paragoni. Hanno un’idea di comunità nella testa e le rimangono fedeli con rettitudine, senza sentirsi né vittime né eroi. Semplicemente normali."





Io vorrei aggiungere: Livia, grazie per pensare a tutti noi, con i tuoi gesti sei la base del nostro Paese. 

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